Lettera di Maurizio Rossi pubblicata sul Tirreno del 26 novembre 2006
Lettera di Maurizio Rossi pubblicata sul Tirreno del 26 novembre 2006
Il 12 novembre di due anni fa moriva Matteo, dopo quattro giorni di agonia. Non conoscevo Matteo e non potrò mai conoscerlo. Ma quanto gli è accaduto mi ha segnato nel cuore e nella coscienza. Sono padre di due figli piccoli, quando li guardo, a volte mi viene in mente Matteo.
Penso alla sua famiglia, a sua madre, a suo padre, a suo fratello, al loro dolore di ogni giorno, ma penso anche al coraggio e alla dignità che hanno dimostrato, lottando per Matteo. Perché la vicenda di Matteo non fosse solo un momento di lutto e, poi, tutti a casa, ma fosse invece, una lotta per la verità e la giustizia.
A Viareggio Matteo è diventato un simbolo, quello dei morti sul lavoro, non più numeri e statistiche, ma uomini, donne, giovani e ragazzi di differenti nazionalità, culture e religioni.
Penso all’operaia di 15 anni di Napoli morta per asfissia in un’azienda-garage, al giovane operaio albanese di Stiava, morto per la caduta da un’impalcatura di un cantiere edile di Treviso, agli operai della Breda di Pistoia, che muoiono a centinaia per amianto, ai morti delle cartiere di Lucca, nelle cave di Carrara.
Cosa ho in comune con loro? Perché mi stanno così a cuore? Sicuramente, perché erano operai, come lo sono io, con una vita difficile, fatta di umiliazioni, ricatti, soprusi e condizioni di lavoro disumane.
Tutto ciò avviene anche qui, nei cantieri navali della darsena di Viareggio, che danno tanto lavoro. I fatturati aumentano, le condizioni di vita degli operai peggiorano.
Una cosa è sicura: lotteremo, lotteremo, organizzandoci. E, comunque, pagheremo un prezzo, perché a noi operai non è stato mai regalato niente: nessun diritto e nemmeno la dignità.
Diritti e dignità si conquistano con la lotta e l’unità di chi lavora e suda.
Non vogliamo, non possiamo più vedere i nostri compagni di lavoro, amici, figli, morire di lavoro, in nome di un profitto che appartiene ad un numero ristretto di sfruttatori e parassiti.
Maurizio Rossi
I fatturati aumentano, il lavoro peggiora